Visualizzazione post con etichetta psicologia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta psicologia. Mostra tutti i post

venerdì 20 novembre 2009

L'ALTERNATIVA

Segnalandovi questa poesia di Portia Nelson e un breve video su un' Arte Marziale cinese lascio a voi la deduzione del tutto.

"Autobiografia in cinque corti capitoli"

"Capitolo primo Cammino lungo una strada. C'è una buca profonda nel marciapiede. Ci casco dentro. Sono perduto, non posso farci nulla, non è colpa mia. Ci metto una vita per uscirne. Capitolo secondo Cammino lungo la stessa strada. C'è una buca profonda nel marciapiede. Faccio finta che non ci sia. Ci casco dentro. Non posso credere di essere ancora nello stesso posto. Ma non è colpa mia. Mi ci vuole un sacco di tempo per uscirne. Capitolo terzo Cammino lungo la stessa strada. C'è una buca profonda nel marciapiede. La vedo benissimo. Ci casco dentro di nuovo; è un'abitudine. Ma i miei occhi sono aperti: so dove sono. È colpa mia. Ne esco immediatamente. Capitolo quarto Cammino lungo la stessa strada. C'è una buca profonda nel marciapiede. Ci cammino intorno. Capitolo quinto Me ne vado per un'altra strada."

Portia Nelson

mercoledì 14 maggio 2008

Questa vita non è un videogame

Avete mai giocato ad un videogame? Uno di quelli dove si spara, si ammazza, eccetera? No. Allora sicuramente avete visto un film d'azione.
Anche lì ci sarà stata una, o più di una, scena d'azione. Qualcuno avrà sparato e qualcuno sarà morto. Ma era un film, una finzione. Finito il film finito il tutto. Siamo adulti e quindi anche di un action movie si apprezza semmai la trama, la recitazione degli attori, la scenografia, la regia e non i "morti".
Rambo è Rambo, ma solo al cinema
Anche i ragazzi lo sanno. Almeno lo spero!
Ma se questa vita diventa un videogame allora tutto è possibile. E' nascono così i cosidetti mostri. Autori di delitti incredibili degni del peggior o più cruento videogioco o film di fantascienza.
Se questa vita viene vissuta come un videogame, e cioé senza empatia e quindi con anaffettività il dramma è alle porte. Ultimamente è bussato in casa di una 14enne siciliana e dei suoi genitori. Lei è stata vittima del suo 'fidanzato' e dei suoi due complici. Tutti e tre minorenni: 17, 16, 15anni.
Non voglio fare lo psicologo o lo sociologo (nemmeno da strapazzo) lascio entambi i ruoli a chi di competenza. Ma non posso non osservare che il senso della normalità è da tempo ormai escluso dalla nostra vita.
"Se questo è un pesce".
Se vi mostrassi un pesce e vi dicessi che è 'una macchina' voi cosa direste? Che sono impazzito ed avreste ragione. Bisogna infatti tornare a chiamare le cose per quelle che sono. Una madre deve essere e fare la madre, così un padre, un figlio. Non svolgendo il ruolo coerentemente al loro nome cessano di essere tali.
Come si chiama chi uccide in modo orribile una ragazzina di 14anni? Assassino o assassini. La giusta pena e una critica ed autocritica della nostra società ci potrebbe riportare al 'senso della realtà'.
E sarebbe ora.
Questa vita, infatti, non è un videogame.

sabato 15 settembre 2007

PAOLO PANCHERI: IL MEDICO CON L'ANIMA

Paolo Pancheri - psichiatra di fama internazionale - è morto nel mese scorso.
Era noto - tra l'altro il Professore - non soltanto per la sua acclarata capacità medica ma per i suoi modi gentili e umani.
Uomo di grande cultura - tra i suoi tanti interessi noti quello verso il cinema - lascia un vuoto incolmabile nella medicina e nella società italiana.
Anche se la sua opera è molto vasta e la sua Scuola seria e preparata.
Siamo tutti uomini e donne ma non tutti siamo esseri umani ( capaci di umanità ), tanti sono medici ma non tutti hanno un'Anima.
Il Professore - invece - era un medico con una grande Anima.
Medico incorruttibile e legato - quindi - alla deontologia medica che molti dimenticano di praticare.
Nella Rete - tra i tanti ricordi sul Professor Pancheri - ne segnalo uno in particolare 1) , quello di una sorella di un suo paziente.
Addio Prof.!, Medico dalla grande Anima.

lunedì 8 maggio 2006

PRIMA TI AMMAZZO E POI..RIMUOVO!

E' di attualità sentire sempre più spesso nella cronaca,soprattutto quella legata ad efferrati crimini, la parola "rimozione" che deriva dalla teoria psicanalitica dove si intende per essa "...... un meccanismo di difesa che opera incosciamente allontanando o mantenendo lontano dalla coscienza desideri e pensieri inaccettabili e insostenibili dall'Io "(da:it.wikipedia.org. ).Fare riferimento alla rimozione è tristemente di attualità poichè collegata a delitti orrendi,anche recenti, avvenuti nel nostro paese.Avvocati,specialisti, ne parlano nelle loro interviste o nei vari talk-show .Ma anche nel parlare comune si sentono spesso frasi del tipo:"Ho rimosso"oppure"...non ti ricordi..hai rimosso..".Laddove si cerca di spiegare,dare un perché ad eventi altamente drammatici che l'attualità ci ha tristemente consegnato pensare ad una mente malata capace di uccidere il sangue del proprio sangue o quello di un indifeso bambino ci fornisce una spiegazione alla quale ci arrendiamo.Ma seppur vero,sempre accertato da veri medici specialisti e non dagli ultimi arrivati,che esiste questo meccanismo mentale in dati omicidi e senza nemmeno escludere che nella vita può veramente accadere di "rimuovere" eventi altamente stressanti,noi corriamo il grande rischio di rimuovere (!) una cruda verità e cioé quella del male premeditato,lucido orrendamente organizzato! Non possiamo non accettare ,quindi,che anche quello che sfugge umanamente è presente in taluni individui.Infatti come potremmo definire o spiegare chi prostituisce il proprio figlio o fratello ad un pedofilo?Come purtroppo è accaduto?Come potremmo ugualmente inquadrare chi vende sangue del proprio sangue o rapisce bimbi per il commercio degli organi????Anche se raccapricciante,anche se orrendamente disgustoso quello sopra esposto è triste realtà.Accertato questo è giusto distrarre la nostra mente con cose liete,e questa non è rimozione..,e lasciare a chi di competenza indagini ed altro. Ma se per uccidere non occorre,talvolta,l'esecuzione fisica ma basta quella psicologica,morale,sociale dobbiamo anche convenire che circolano nella nostra società omicidi ed assassini impuniti ed anche per questi "il non ricordo....",il negare sempre e comunque,non è rimuovere ma soltanto il non ammettere a se stessi ed agli altri la verità: e cioé che quello che non si ammette e la cosa più vergognosa che si è fatta!