venerdì 2 ottobre 2009

LA FUGA, LA COMPETIZIONE, OPPURE...??

Assente per 'competizione' sociale si potrebbe dire di molti genitori anche se quella a cui si riferiva Francesco Alberoni in suo vecchio articolo scritto in 'Pubblico & Privato', la nota rubrica del Corriere della Sera, è da intendersi quella che si contrappone alla fuga dalle difficoltà della vita. "Meglio la competizione che il convento", scriveva infatti il sociologo, e credo che su questa affermazione, considerata in un determinato contesto esistenziale, possiamo trovarci tutti d'accordo (posto che se qualcuno vuole vivere da eremita nessuno glielo deve e può censurare). Ma io sono un ex atleta e so cos'é la competizione e la competizione implica due elementi fondamentali: la preparazione e il tempo. Non si 'vince' se non ci si prepara, si suda, si studia, questa è la prepazione e non ne esiste una che non prenda tempo. E poi devi rinunciare, devi rinunciare ai cibi saporiti che di solito sono quelli che ti fanno male e alle lunghe serate perché a letto devi andarci presto. Ma se nello sport le rinuncie spesso fanno bene e ti tengono in forma nella competizione della vita a cosa devi rinunciare? A cosa deve rinunciare chi compete nel super lavoro che quasi sempre è legato al conseguimento di un grande profitto e quindi al 'dio danaro'? Se questo tipo di 'competizione' prevede abbandoni, assenze e cinismo allora io rinuncio, abbandono la 'gara' anzi non mi iscrivo proprio ad essa perché se è possibile voglio essere presente, voglio amare, voglio essere partecipe delle gioie e dei dolori di chi mi è caro anche se questo mi costa meno potere e soldi. Preferisco essere considerato come una persona non 'furba' ma onesta piuttosto che furba ma malvagia, preferisco stare alla larga dai sensi di colpa piuttosto che farne collezione ed essere tra quelli che ancora credono che mamma non è una televisione, papà non un computer, figlio non una playstation e un amico non un profilo di facebook. In fondo la vita è bella anche così, soprattutto forse, è più bella così.

6 commenti:

Lara ha detto...

Certo che la vita è più bella così. Così come dici tu. Può esserci una possibilità in più, se tutto va bene, nel virtuale o nel tecnologico, ma non una sostituzione.
Tornando alla competizione sul lavoro, secondo me è qualcosa di dannoso per la salute, essendo vissuta con rabbia, invidia e non necessariamente con competenza.
Purtroppo capita alle volte di "trovarsi" senza volere in competizione con colleghi che vogliono essere i primi (anche se senza meriti) e ... perché no, la tentazione per chi fino ad allora aveva svolto il suo lavoro tranquillamente, può benissimo essere quella di andare in convento :D

Curly ha detto...

Si, che è più bella così! Comunque... tu hai una coscienza, ma spesso i furbi e malvagi non sanno nemmeno dov'è o forse sono nati senza. Gli manca il cromosoma della coscienza.
La competizione non mi è mai piaciuta. Un po' perchè non sono brava in queste cose e perderei sempre e poi (non ridere) mi dispiacerebbe da matti per quelli che perdono...
:-)

Romano Scaramuzzino ha detto...

Carissime Lara e Daisy grazie per i vostri commenti ai quali non voglio aggiungere nulla perché rivelano la vostra personalità che a me piace. Magari specifico qualcosa ancora io, un pò di sana competizione ci vuole nella vita nel senso che dobbiamo 'combattere' ma certamente, secondo me, dipende da quello che si vuole raggiungere e a discapito di cosa e chi. Se l'obiettivo è il prestigio, il potere, il danaro e tutto ciò viene a discapito dei valori, allora io, ripeto, rinuncio.

@ Daisy: :)

Gianna ha detto...

Io sono per i valori saldi e tu lo sai, caro Romano.

Chit ha detto...

Capita che a volte nella vita ti ritrovi in gara e cerchi l'equilibrio per non "snaturarti" e al tempo stesso non arrivare ultimo.
Lo trovo un post scritto con il cuore e di un grande spessore umano che condivido appieno. Bravo!

Romano Scaramuzzino ha detto...

@ Stella: infatti lo so. A presto Stella

@ Chit: troppo buono, grazie :)