giovedì 10 agosto 2006

LA MATRIARCA ED IL SUO FALLIMENTO

  Ancora oggi le donne subiscono violenze e discriminazioni non essendo tra l'altro tutelate da una legge che sancisce pene certe e severe verso chi commette reati ignobili contro di loro. Personalmente mi meraviglio come le donne, specialmente quelle con cariche politiche non si uniscono tra loro -al di là della propria appartenenza politica- fino a quando la giurisprudenza italiana possa fornire, finalmente, quelle norme legislative necessarie a difesa della loro integrità e dignità morale, fisica e legale. Chi scrive ama e stima le donne anche se in questo articolo si vuole soffermare su un discusso fenomeno sociale conosciuto con il nome di matriarcato che deriva dalla parola latina matri (madre) e dalla radice greca archein (essere a capo, comandare) e che avrebbe dato alla donna in quanto matriarca il potere politico ed economico di una comunità. In questo contesto il marito-padre ed i figli avrebbero un ruolo limitato. Alcuni storici credono che il matriarcato possa essere stata la forma di governo di alcune comunità primative. Mentre infatti all'uomo erano affidati i compiti di sopravvivenza alla donna erano affidati invece quelli dell'organizzazione sociale. Il matriarcato sarebbe stato riscontrato in molte comunità rurali anche in Italia. Con la mitologia greca, si crea poi il mito delle amazzoni . Se Johann Jakob Bachofen, professore di diritto romano all'Università di Basilea che ha scritto nel 1861 un'opera su questo tema pur riferendosi più che al matriarcato alla "ginecocrazia" e cioé il "potere alle donne" mentre "matriarcato" è "potere delle madri" crede nella sua esistenza, c'é chi in Italia non crede a questa "istituzione" come l'antropologa Ida Magli . Comunque sia, credo che nessuno possa obiettare che da sempre alcuni nuclei sociali-culturali e quindi alcuni modelli familiari si fondano su un potere più o meno palese della donna-matriarca che gestisce, influenza con un vero e proprio potere la famiglia essendone lei capo in modo visibile o invisibile. Sì perché la matriarca dei nostri tempi agisce, consiglia o sconsiglia (!), influenza le decisioni del proprio marito e quelle dei propri figli direzionandole verso le proprie convizioni fondate su un atteggiamento di superbia e di orgoglio. Il marito, quindi, diventa un mero strumento sessuale oggetto delle conversazioni della moglie-matriarca con le sue amiche anch'esse matriarche, portatore del danaro e dell'apparante autorità nel mondo esterno per indossare poi, nell'ambito domestico, quelle del soggiogato. Purtroppo anche i figli sono l'oggetto delle decisioni della matriarca, destinati quindi ad essere vittime o di vivere in modo conflittuale (se hanno un carattere forte) con la mamma-matriarca.
La matriarca di oggi non è quella alla quale si potrebbe pensare un pò romanticamente e cioé la donna saggia che gestisce in modo oculato l'economia familiare, etc.
Noi uomini tutti abbiamo sperimentato l'influenza della donna nella nostra vita ma ciò in un libero rapporto. Quello della matriarca diventa invece un rapporto unidirezionale. Ma se il marito-oggetto è tale per debolezza spesse volte lo è perché simile alla moglie-matriarca.
Osando, ripeto osando, mischiare il Sacro con il profano non fu proprio Erodiade già moglie del fratello di Erode che chiese ed ottene la testa di Giovanni Battista reo di aver detto ad Erode che non gli era lecito prendere come moglie quella di suo fratello Filippo?. La cosa provocò rancore in Erodiade con le conseguenze del caso.
Ma Erode era meglio di Erodiade? No!
I simili si pigliano! Non sempre, quindi, la sola responsabile del fallimento della famiglia è la matriarca!
Ho parlato di fallimento, già. Perché come ha fallito e fallisce il modello del patriarcato così ha fallito e fallisce il modello del matriarcato. Basta osservare le famiglie che osservano questo modello.
Quindi nè matriarcato né patriarcato ma una coppia-famigla normale. E' utopia questo? Non credo. Nel suo libro "L'alfabeto delle relazioni" ed.BUR di Vittorino Andreoli così l'autore scrive:"Accanto al dualismo matriarcato-patriarcato .....in contrapposizione e lotta, si potrebbe tuttavia immaginare una copresenza di due valenze che sono fondamentali entrambe alla gestione della famiglia e della società e dunque ipotizzare invece che una lotta contro una discriminazione e per raggiungere il predominio, la possibilità di un rispetto reciproco e di una difesa di ciascuna di esse come essenziale, e non sostituibile....invece di una lotta, il riconoscimento che questa duplicità di sensibilità affettiva...e quindi di ruoli, deve essere posta....con un rispetto che porta all'ammirazione del femminile da parte del maschile e viceversa. Dentro la famiglia non può essere tutto femminile o tutto maschile, ma è opportuno che le due differenti qualità convivono ...".
Il sottocritto (e credo sicuramente insieme a tanti dei lettrici e lettori di questo articolo) è pienamente d'accordo con quanto scritto da Andreoli ma lo saranno anche gli Erodi e le Erodiadi dei nostri tempi??.
La matriarca ha un solo destino, quello del fallimento.
la foto che vedete è tratta dal sito http://www.artfaq.it/

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