sabato 18 novembre 2006

I BULLI? DA EMARGINARE

Il bullismo è il frutto di una vigliaccata, di un'azione perpetrata ai danni di una persona sola, indifesa, debole. I bulli agiscono in branco e il loro essere branco dà loro potere, un potere che viene amplificato quando- come ultimamente la cronaca ci racconta- viene esibito su internet. Il bullismo prospera sull'omertà, sull'indifferenza delle persone che assistono alla bravata e sull'inesistenza della condanna legale e sociale. Per questo i compagni di scuola, e se era poi presente anche un'insegnate l'episodio diventa ancora più grave, sono colpevoli di essere omertosi ed in qualche modo complici dei bulli che hanno picchiato il ragazzo handicappato in classe. La non presa di posizione della comunità diventa, per i bulli, un'altra arma da sfoderare. Cosa fare contro i bulli? Emarginarli, falli sentire per quelli che sono e non per quelli che pensano di essere. Bisogna farli sentire scartati da una società che promuove altri valori, valori in cui la forza è quella del singolo, della persona sfortunata che ha, lui sì, la vera forza di andare avanti nella vita. La condanna, specialmente per il branco, che violenta la ragazzina deve essere esemplare. Una condanna morale da parte della famiglia, delle famiglie, della scuola, degli amici ed una condanna legale che spesso si può tramutare in pene alternative al carcere ma dure ed esemplari. Pulire le strade, assistere persone con problemi così come avviene in America. E solo dopo un vero percorso di recupero si può pensare ad un reinserimento dell'ex bullo nella società. Alcuni di voi, gentili lettori, penseranno che il mio è un pensiero troppo duro, basato solo sul concetto della pena ma in effetti non è cosi. Credo però che non si possa pensare ad un recupero sociale senza che chi abbia commesso l'episodio di bullismo non si renda conto di quello che ha fatto. Anche perché non si spiegherebbero i nuovi episodi di bullismo susseguenti a quelli accenati su questo post.

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