sabato 19 maggio 2007

OMICIDIO VANESSA RUSSO

Doina Mattei, la ragazza che ha ucciso nella metro di Roma la sfortunata Vanessa Russo, potrebbe uscire dal carcere.
Ma quello che sconvolge sono le motivazioni addotte dai suoi avvocati difensori per la sua scarcerazione.
E cioé, si può con un ombrello uccidere una persona? Come era la sua traiettoria nel caso in oggetto? Eccetera.
Insomma si arriverà al punto di asserire che l'ombrello della Mattei possedesse al momento una propria anima e di sua spontanea volontà si è inserito in modo violento nell'occhio della povera Vanessa e che quindi l'azione delittuosa è da riferirsi all'ombrello stesso. Da condannare a non essere aperto per qualche anno vista la sua semi infermità mentale.
Gli avvocati fanno il loro mestiere ma sembra di ricordare uno dei primi processi di violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza, celebrato in un tribunale italiano, nel quale l'avvocato difensore asserì che la donna era consenziente perché: ".... durante la fellatio la donna poteva anche reagire con ...un morsetto..".
Che dire, se questa è la giustizia italiana...

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