giovedì 17 maggio 2007

CASO DONEGANI: UNA RIFLESSIONE

Non noi ma la Corte d'Assise di Brescia ha condannato all'ergastolo con l'isolamento per tre anni e l'affissione della sentenza stessa sui muri della città oltre alla sua pubblicazione sui quotidiani, Guglielmo Gatti. Per l'accusa e i giudici esistono prove certe che Gatti avrebbe ucciso e fatto a pezzi gli zii Aldo Donegani e Luisa De Leo ( nella foto ). Tutto accadde circa due anni fa. Il garage dove furono fatti a pezzi i corpi dei coniugi Donegani fu definito un vero e proprio mattatoio. Una sentenza, questa, dura e severa. Ma giusta. Dobbiamo, però, ricordare che ci sono altri gradi di giustizia ai quali si appelleranno gli avvocati dell'imputato.   Ma se la giustizia italiana ha probabilmente individuato l'autore di un così efferrato omicidio ( ricordiamo che i pezzi dei corpi delle vittime furono ritrovati sparsi sulle montagne... ) questa sentenza diviene di conseguenza giusta ed esemplare ( lasciando sempre la porta aperta per una redenzione auspicabile dell'omicida) così come dovrebbero essere le altre sentenze che riguardano altri crimini  efferati che vanno dalla violenza sessuale ( l'ultimo caso drammatico è di pochi giorni fa ), alla pedofolia eccetera.  Ormai, 'terra di nessuno',  l'Italia sembra  preda della 'possibilità di delinquere senza essere condannati' da parte di chiunque ( italiano, rumeno, marocchino. la deliquenza non ha razza ) poiché chi commette reati gravi   pensa di imbattersi, con molta probabilità, in una giustizia debole e incerta e dove a pagare sembranno essere solo i soliti poveracci.

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