mercoledì 5 dicembre 2007

Il coraggio del bassotto e il vuoto del giornalista

Striscia la notizia, ieri sera. Come preannunciato l'inviata Stefania Petix e il suo bassotto si recano a casa, nientedimeno che di Ninetta Bagarella moglie di Totò Riina, a Corleone. Chiede, Stefania, e trova la casa della signora Riina che recentemente si era lamentata sulla sua presunta lesione d'immagine a causa della fiction "Il Capo dei Capi" di Canale5. Sul citofono un nome: Riina. Stefania bussa, nessuno risponde. Con coraggio (impensabile al momento fare un'azione del genere in Calabria o in Campania) l'inviata di Striscia voleva porre delle domande. Non potendo farle lascia sulla porta di casa Riina delle affermazioni. E cioé che dovrebbero essere i siciliani a chiedere il danno d'immagine alla famiglia Riina per tutto quello che hanno fatto a danno degli italiani e nel particolare al popolo siciliano. Insomma un'azione questa di Striscia e soprattutto della sua inviata Petix (incluso il bassotto) da encomio. Quantomeno, se non ce l'ha, il tesserino da giornalista pubblicista alla Stefania. Di diritto. Sempre ieri leggo un articolo su Repubblica.it di Maurizio Crosetti 1). Prendendo spunto dal giocatore Kakà e della sua Fede, scrive un pezzo che sinceramente mi lascia perplesso. Non capisco. Ma cosa scrive? Di che parla? Cosa c'entra mischiare la Fede di Kakà con il santino di Moggi o l'amuleto di Trapattoni? Mah... Alcuni giornalisti non sono mai contenti. Se Maradona è bravo ma drogato è da condannare se Kakà è bravo ma anche un bravo ragazzo c'é sempre qualcosa che non va. Vuoi vedere che è meglio un cane di giornalista che un giornalista.... 1) http://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/sport/atleti-dio/atleti-dio/atleti-dio.html

n.b.: la foto è tratta da http://www.striscialanotiziamediaset.it

4 commenti:

Pino Amoruso ha detto...

Ovviamente d'accordo con le affermazioni lasciate dall'inviata di striscia sulla porta della "sig. ra Bagarella". Sono pochi ormai i giornalisti con la G maiuscola dico io. Poi quelli indipendenti e non asserviti è "merce rara". Spero che anche in Calabria e Campania cambi qualcosa. La nuova generazione, grazie anche alla forza di internet, sembra diversa dalla nostra e da quella precedente alla nostra.

Romano Scaramuzzino ha detto...

Pino, volevo specificare così come ho scritto in un commento su un tuo post, il senso di una parte del mio scritto in oggetto.

Quando intendo che al momento E' PIU' difficile se non impossibile che qualcuno si rechi a casa di un boss calabrese o campano e fare quello che ha fatto la Petix e in Sicilia e perché IN QUESTA regione è stato dato un duro, durissimo colpo alla mafia. NON E' COSI' PER LA N'DRANGHETA e quindi per la Calabria "sporca" e per la camorra e quindi per la Campania "sporca". Sarebbe ora che lo Stato ( se viene permesso ai suo servitori!!!!) combatta queste "mafie" così come ha fatto con Cosa Nostra.

RIGUARDO ai GIORNALISTI, secondo me, CI SONO STATI sempre quelli più professionali, più bravi rispetto agli altri. STUPISCE, però, come ultimamente il loro ruolo spesso è sostituito da "iene","bassotti", "inviate", "gabibbi".

Ciao

Pino Amoruso ha detto...

Perfettamente d'accordo;quando scrivo della speranza di un cambiamento in Calabria e in Campania, mi riferisco ad un intervento dello Stato che sconfigga tali organizzazioni. Sembra, però, che lo Stato non voglia o non abbia interesse ad intervenire. Tutto questo mi fa pensare molto :-(

Giovanna Alborino ha detto...

avevo sentito le parole della giornalista, bel coraggio,certo che e' stato l'unico momento che non si sentivano voci di sottofondo e puro deserto per le strade...
mi auguro che, quando i nostri figli saranno grandi, la camorra non sara' piu' tanto imponente ed autoritaria, come una volta..
un abbraccio